“My Wine”, promozione del territorio e dei prodotti eno-gastronomici della Puglia |
L'ha scritt Carlo Caprino | |
domenica 22 luglio 2007 | |
In un territorio fortemente segnato da scempi passati e dissesti presenti, l’attività della associazione “Mare di... Vino” (www.maredivino.it), volta alla promozione ed alla diffusione della conoscenza del territorio e dei prodotti eno-gastronomici della Puglia è ancora più lodevole di quanto già lo sarebbe altrove. Se è vero, come da anni tanti affermano, che il futuro di questa nostra Puglia è nel turismo culturale, è altrettanto vero che non si può pensare di affrontare una sfida simile contro le tante nazioni concorrenti nel bacino del Mediterraneo senza dotarsi di adeguati strumenti operativi. In una visione lungimirante ed originale, i ragazzi di “Mare di... Vino” hanno da alcuni anni realizzato dei corsi volti alla formazione di operatori del settore eno-gastronomico: si va dalla analisi sensoriale dei vini al laboratorio sui vini speciali, dal corso di inglese enologico alla metodologia della trattativa d’affari, chiavi indispensabili per aprire le porte di un mercato oramai internazionale. I corsi e le iniziative periodiche – al pari dei tralci di una vite – crescono e si rinnovano annualmente grazie a delle solide e robuste radici, che in questo caso sono l’amore per la tradizione e la passione per questa terra - che da secoli è frontiera e ponte verso “l’altro” - che anima i ragazzi di “Mare di... Vino” e li ha spinti a tornare in Puglia per mettere a frutto (è il vaso di dire...) le esperienze e le conoscenze maturate altrove, consapevoli che tra Ionio ed Adriatico non manchino le possibilità di crescita e sviluppo sostenibile e rispettoso del territorio. Il clou dell’attività associativa si realizza con “My Wine”, un evento giunto quest’anno alla terza edizione con l’obbiettivo ambizioso di valorizzare le aziende vitivinicole pugliesi sul mercato nazionale ed estero. Non solo un appuntamento per addetti ai lavoro ma anche (se non soprattutto...) per un pubblico esigente e raffinato, che sempre più numeroso si avvicina alla cultura del buon bere. Pur anagraficamente giovane, il “My Wine” ha potuto contare sulla pluriennale esperienza degli organizzatori ed ha avuto, in questi anni, una crescita esponenziale, guadagnandosi l’attenzione di partner come la Confederazione italiana agricoltori di Puglia, il Centro ricerche e sperimentazione in agricoltura di Turi e l' Associazione “Alumni Bocconi”, che hanno contribuito ad offrire agli ospiti provenienti da India, Giappone, Stati Uniti d’America, Repubblica Ceca e Regno Unito l'itinerario turistico-culturale che dal 18 al 20 luglio ha permesso loro di visitare le bellezze artistiche e le testimonianze storiche della Puglia, oltre che le aziende vitivinicole selezionate. Una scelta felice ed attenta alla promozione del territorio nella sua globalità, da cui non si può prescindere se si vuole offrire l’occasione per scoprire gli angoli più suggestivi di Puglia e per presentare i principali vitigni autoctoni, le forme di allevamento e le diverse morfologie del terreno che danno origine alle Doc e Igt pugliesi. Gran finale venerdì 20 luglio con il “My Wine Party” presso l’incantevole scenario di Villa Pantaleo, una dimora storica del XVIII° secolo sita alle porte di Taranto e attentamente restaurata conservando impianto ed arredi d’epoca. Durante il party i partecipanti hanno potuto gratificarsi in una vera e propria festa dei sensi: se poteva essere scontata l’attenzione al gusto, con buffet caldo e freddo e la degustazione dei vini prodotti dalle aziende partner provenienti dalle cinque province pugliesi, a conferma dell’ampio respiro della iniziativa che non vuole autoghettizzarsi a livello campanilistico, sorprendente è stato il piacere offerto alla vista dalle strutture residenziali di villa Pantaleo e dei suoi originali frantoi e quello offerto all’olfatto dalle tante essenze floreali ed arboree presenti nell’ampio giardino, senza trascurare il tatto e, dulcis in fundo, l’udito, accarezzato dalle suadenti note della orchestra “Melos Chorda”, che ha raccolto l’improba sfida di non far rimpiangere il concerto di Antonella Ruggiero, annullato per motivi di salute della cantante. Si farebbe torto alla verità se si evidenziassero solo gli aspetti positivi tacendo il resto, e come è normale che sia in eventi di tale complessità, qualche piccola pecca c’è stata: dall’imprevisto forfait di Antonella Ruggiero ad una (per fortuna sparuta!) frangia di partecipanti che immaginavano un buffett come un pranzo di nozze, ignorando (o facendo finta di ignorare...) che in un assaggio conta più la qualità della quantità. Quest’ultimo neo però non fa che testimoniare, ovemai ce ne fosse bisogno, quanto sia urgente e necessaria l’opera di associazioni come “Mare di... Vino”, nel formare consumatori attenti e consapevoli, in grado di selezionare ed apprezzare al meglio quanto viene loro proposto. E se una simile opera non può non trarre linfa vitale dall’entusiasmo e dalla passione, pure non ci si può dimenticare che comporta investimenti di tempo ed energie, che come ogni semina che si rispetti, daranno frutti nel tempo. Di ciò dovrebbero essere più consapevoli le aziende eno-gastronomiche locali, che devono uscire dalle classiche quattro mura domestiche e investire in qualità e promozione, attente ad un mercato in rapidissima evoluzione che richiede nuovi strumenti di pubblicità e marketing; in un panorama internazionale come l’attuale il potenziale cliente va cercato, coccolato e informato, non è più tempo di attendere che la montagna vada da Maometto, è piuttosto indispensabile che i tanti Maometto di turno si allaccino le scarpe e si rimbocchino le maniche, per far conoscere i frutti di questa terra e dare il via ad un nuovo rinascimento post-industriale. Il futuro è già cominciato e non attende nessuno, speriamo che chi di dovere abbia voglia e possibilità di contribuire a far tornare questa nostra Puglia famosa per quello per cui lo è sempre stato nei secoli passati, non l’inquinamento, non episodi da cronaca nera ma la prelibatezza dei suoi prodotti e la bellezza del suo territorio. Ai posteri l’ardua sentenza. |