lunedì 25 novembre 2024
 
 
U’ circhione d’a’ biceclette PDF Stampa E-mail
L'ha scritt Pepp' Nesta   
mercoledì 27 giugno 2007
 Domenica sono stato a Nungwi, il villaggio vicinissimo al resort dove vivo, per acquistare qualche “zanzarede”  (cosine)  come souvenir da portare a Taranto.
Come al solito quello che mi colpisce maggiormente e’ il vedere “scamunere de panarijdde” (gruppi di ragazzini) assorti nei loro giochi.
Un gruppo era intento a simulare il gioco del calcio nella piazzetta improvvisata all’uopo, ... piu’ che altro sembrava come uno sciame d’api ad inseguire il miele ... il pallone.
Le femminucce, tutte ben vestite, invece passeggiavano tenendosi per mano a cinque sei per volta ...

I piu’ piccolini avevano dei carrettini dotati di ruote molto artigianali, che spingevano con un lungo bastoncino, simulando il rumore delle macchine  ...
Quelli che mi hanno colpito di piu’ sono stati tre bambini che rincorrevano un cerchione di bicicletta  ...
E come al solito sono ritornato indietro negli anni ....
Anch’io ho giocato cu’ u’ circhione d’a’ bececlette ... e chissa’ quanti di voi pure.
Pero’ magari i piu’ giovani, abituati a play station o giochi sofisticati, neanche immaginano come si possa giocare con un cerchio di bicicletta e passare delle ore spensierate facendo gare,  addirittura acrobazie ed esibizioni di bravura.
I cerchi per eccellenza erano delle biciclette da 28” ... quelli piu’ grandi per intenderci, chiaramente senza copertoni, praticamente solo il cerchio metallico con i raggi.
I piu’ “facili” da reperire erano quelli larghi, del tipo per le vecchie bici con il sistema frenante a bacchette e ferodi incastonati, quelli che montavano sulle biciclette dei nostri nonni ... ahem ... dei miei nonni.
Quelli meno facili erano del nuovo tipo, con sistema frenante a cavetti e ferodi a morsetto.
Beh io ero tra i piu’ fortunati, perche’ mio padre ne aveva procurati due, sia per me che per mio fratello, del nuovo tipo, addirittura il mio molto piu’ sottile ... forse doveva essere per una bici da corsa.
Il gioco consisteva nel far ruotare il cerchio spingendolo con un bastoncino, dominandone la direzione con colpetti laterali ... quando si aquisiva esperienza, anziche’ colpetti laterali, addirittura si riusciva a direzionare il cerchio “lisciando” delicatamente sui bordi.
Le gare di velocita’ erano chiaramente basate in relazione anche alla velocita’ dell’individuo stesso, mentre per le gare di acrobazia erano tutte sulla bravura.
Si potevano organizzare dei percorsi piu’ o meno accidentati,  strettoie fatte con sassi, salti degli ostacoli mediante rampe fatte con tavolette di legno,  passaggi nelle pozzanghere o nei fossi pieni di terra e quant’altro potevamo improvvisare grazie alla nostra immaginazione.
Non c’erano molte automobili per le strade e di spazi cen’erano moltissimi, quindi potevamo rischiare con  pochi danni .... eppure, come sempre, era il proibito ad essere la cosa piu’ intrigante, era quello che non si doveva fare che era sempre la meta piu’ ambita...
Un giorno partimmo dal quartiere dove abitavamo, il Rione Tamburi, eravamo in sette o forse otto, mio fratello piu’ grande guidava la carovana ... tutti armati di cerchione e bastoncino.
A “botta e lisciata” percorremmo tutta via De’ Amicis fino a via Orsini, poi tutta la via, ... arrivati in prossimita’ della prima discesa ci soffermammo un attimo per decidere se affrontarla ... ma giusto pochi secondi e via!
E gia’ ... come sempre accade qualcosa che non avevi calcolato prima ... la pendenza della discesa accellerava la velocita’ del cerchione, non ce la facevamo a stargli dietro. Tuttavia imperterriti continuavamo a correre cercando di raggiungere u’ circhione ...  ma niente quello era molto piu’ veloce di noi.
Mio fratello riusci’ a dare un colpo di lato e far cadere il cerchione a terra che continuo’ a scivolare per parecchi metri ancora ... gli altri, che erano tutti piu’ grandi, come lui, lo imitarono riuscendo bene nel loro intento ....
Io invece ... mazzulline a’ tipe quatt’osse mise assieme ... gia’ non ce la facevo a stargli dietro, figurarsi se avessi potuto colpirlo di lato per farlo cadere ....
Beh ... u’ circhione continuo’ a ruzzulare  pe’ccunde sue ... scarto’ di lato cambiando direzione ... attraverso’ la strada  e ...  ... ando’ a finire sotto una ruota del pulman n. 3 che affrontava la risalita della discesa ... o meglio ... pratecamende sceve pe’ cazze sue e .... me sckuascio’ u’ circhione ... rendendolo in una forma abnorme di raggi spezzati ... ce’ sfuuurtuneeee ...
Mi feci ... na’ capa de’ chiande  (scoppiai a piangere) ... e mio fratello invece di rincuorarmi disse ... si’ propre nu’ scapucchione ... e ... ce’ ve’ddice quaccheccosa a’ papa’ ... te spezze le jamme!

Ultimo aggiornamento ( domenica 08 luglio 2007 )
 
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