LA SETTIMANA MAGGIORE - 3^ parte |
L'ha scritt Jatta acrest' & Dieci Palazzine | |
mercoledì 11 aprile 2007 | |
LA PROCESSIONE DELL’ADDOLORATA A mezzanotte del Giovedì Santo arriva il secondo momento del Triduo pasquale, quello più atteso dai Tarantini – la processione dell’Addolorata di San Domenico. La processione dell'Addolorata, si è affermata a Taranto grazie al canonico Vincenzo Cosa che nella prima metà del XVII secolo introdusse, nella chiesa di San Pietro Imperiale (oggi San Domenico), il culto verso l'Addolorata. Nel tempio, sin dal 1670, era già operativa la confraternita di San Domenico in Soriano, per cui il culto dell'Addolorata si affiancò a quello per il Santo fondatore dell'Ordine dei Predicatori. A quei tempi però, la processione dell'Addolorata si svolgeva nella terza domenica di settembre ed era chiamata " 'A Festa Granne". La processione dell'Addolorata, anticamente, pare fosse un pellegrinaggio che prevedeva l'ingresso in sette chiese della città, tante quanti gli ingressi della città di Gerusalemme. I numerosi devoti, a causa dell'esigue dimensioni delle chiese locali, eccezion fatta per la Cattedrale e San Domenico, spesso erano costretti ad accalcarsi fuori dalle stesse, attendendo pazientemente il loro turno e quindi sia per riscaldarsi che per riequilibrare il peso del corpo, si lasciavano andare a quel dondolio meglio noto come "nazzicata" che è divenuto poi il passo tipico dei "perdune" . Quello che la Processione dell’Addolorata simboleggia è stato descritto magistralmente in questa poesia di Michele Pulpito: 'A 'Ddulurate a' recerche de Criste Marija Maddalene: Addò vè, Marì? Cume Te veche addulurate! Marije: Voche cercanne 'u Figghie Mije, piccè sende in'ò còre ca stè pe fa na brutta fine! Marija Maddalene: - Hè raggione, Marì, hagghie viste ca 'U stè purtavene sus a 'nu monde tutte 'nzanguinate e allazzarate e cu' 'na croce 'nguedde p'U crucefessare Marije: 'u Figghie Mije volene crucefessare? E piccè? cè brutt'azione ha fatte cu digghia meretà d'essere mise 'nCroce e avè 'na sorte daccussì atroce?! La processione è così composta e disposta: TROCCOLA LA TROCCOLA E' uno dei simboli più ambiti e contesi in entrambe le processioni. Le troccole delle due confraternite , sono diverse l'una dall'altra.L a prima quella dell'Addolorata, è nera ed ha quattro maniglie metalliche per produrre il rumore. La seconda, quella dei Misteri, è marrone e le maniglie sono sei. LE PESA’RE CROCE DEI MISTERI I CROCIFERI “CICCHETE GNACCHETE” IL TRONO L’ADDOLORATA I confratelli che reggono la statua dell'Addolorata, sono gli unici ad avere il volto scoperto, mentre tutti gli altri confratelli che fanno parte della processione sono incappucciati. I momenti più caratteristici di questa processione sono dovuti al passaggio della Madonna da alcuni punti cruciali della Città: l’uscita da San Domenico, la discesa “da ‘u bunnine” (pendio Lariccia), il passaggio da Piazza Fontana - dove tanti anni fà si preparava un enorme falò in onore dell'Addolorata - il passaggio da “’u ponte de firre” (dal Ponte girevole), la sosta di preghiera presso la Chiesa del Carmine, l’arrivo all’Istituto delle Suore Maria Immacolata, dove la processione entra per un momento di preghiera e consentire ai confratelli di ristorarsi, prima di intraprendere la strada del ritorno, durante la quale molto suggestivo è il passaggio dal Ponte girevole, che di solito avviene verso le 12:30 – il troccolante cede la troccola ad un mazziere e i confratelli fanno una piccola sosta, alzandosi il cappuccio. Tutto ciò in ricordo di una antica usanza. Anticamente infatti i confratelli non effettuavano la sosta all’Istituto delle suore, per cui, mentre erano sul ponte erano raggiunti dalle donne (mamme, mogli, sorelle) che portavano loro qualcosa da mangiare. – La sosta non è lunga, perché deve solo ricordare una tradizione. Il passaggio sul ponte è suggestivo anche perché contemporaneamente si possono ammirare due importanti simboli di unione tra la Città e l'antica Isola: il ponte che le unisce materialmente, e la Madonna Addolorata che le unisce nell'Amore, ma che come dimora ha scelto, e non a caso, l'Isola, la Città Vecchia, ossia quella parte di città che di solito viene dimenticata ed "evitata", ma non dalla Madonna, che ha voluto assicurare proprio li la sua presenza costante quasi a voler ringraziare la devozione dei suoi abitanti, rimarcando l'importanza storica e culturale della Città Vecchia. La devozione dei Tarantini per la Madonna Addolorata si evince dal silenzio che accompagna il Suo passaggio tra la folla. Un silenzio che altro non è che una corale preghiera per chiedere il Suo aiuto e la Sua protezione per noi, per chi ci è vicino e per chi ci ha chiesto di porgerLe una preghiera in loro nome. E guardando il volto dell'Addolorata – un volto segnato dalla paura e dall’angoscia nella disperata ricerca del Figlio – si può scorgere anche una dolce e caritatevole espressione di ringraziamento. Il sentimento dei tarantini verso l’Addolorata è riportato in questi pochi versi di Gregorio Andriani: 'A Mamme d'u Delore, A chiudere la processione uno stuolo di fedeli penitenti, alcuni anche scalzi, che portano il cero penitenziale dell’Addolorata e pregano ora come un tempo: …'U mande e le spine, |
< Vid quidd d'apprim. | Vid 'nnotre. > |
---|