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mercoledì 03 luglio 2024
 
 
Lettera al direttore del "Corriere del Giorno" PDF Stampa E-mail
L'ha scritt Administrator   
domenica 21 gennaio 2007

Caro Direttore,

dopo il Sadismo, che è il culto della violenta sottomissione del prossimo, il Masochismo che è il culto della violenta sottomissione di se stessi, dovrebbero coniare il Tarantinismo come vocabolo  atto ad indicare il culto della violenta auto-sottomissione praticato da una intera comunità.

Infatti, non riusciamo a capacitarci di come sia possibile quel senso di atavica inazione dei nostri concittadini davanti all’evidente scempio provocato sulla città, intesa come luogo geografico e come comunità dotata di una cultura tri-millenaria, da una classe dirigenziale immutabile da decenni, nel senso che riesce a perpetuare se stessa direttamente o attraverso suoi eredi, con una linea dinastica (perché oramai siamo quasi a livello di dinastia, sigh!), legata da un riconoscibilissimo fil rouge: chi viene dopo è sicuramente peggiore di chi lo ha preceduto.

 

Affermiamo questo nella più assoluta e pessimistica convinzione che l’atteggiamento ignavo dei tarantini sia ben noto a chi si appresta all’opera di sciacallaggio finale nei confronti della nostra amatissima quanto disgraziatissima città.

Basterà promettere qualche improbabile beneficio personale, magari anticipato da qualche “gadget petrolifero”, o quanto si inventeranno questa volta, per porsi in pole position nella gara per “l’auànd’auànde”.

 

Ora, se è vero che non si può pretendere che in tutta la cittadinanza alberghi una cultura civica tale per cui chiunque possa essere in grado di saper discernere tra panzane e proposte concrete, tra volontà innovatrice e minestra riscaldata, è altrettanto vero anche a Taranto ci sia almeno una minoranza di persone, orgogliosamente e disinteressatamente innamorate della città, in grado di orientare le scelte dell’elettorato e/o condizionare, almeno in parte, i programmi dei pretendenti al ruolo di futuri gestori della (poca) cosa pubblica.


Al momento di questo moto di orgoglio non vi è traccia: si assiste soltanto ad un sequenza di appelli, di velate minacce, rivolto a o da presunti candidati.


Prima delle scorse elezioni comunali, alcuni quotidiani organizzarono forum/tavole rotonde tra i diversi schieramenti per cercare di rendere possibile ai propri lettori la comprensione dei differenti messaggi e delle differenti proposte in lizza.

 

Riteniamo che quella esperienza, seppur meritoria, fosse assolutamente inutile.

In una città dove non si riesce ad esprimere un vero ricambio generazionale, dove gli attuali (e, temo, futuri) protagonisti sono saldamente ancorati a paradigmi stantii e obsoleti, cosa può cambiare nella coscienza comune la celebrazione delle diverse capacità oratorie?

Tanto i tarantini sanno bene cosa potranno aspettarsi da coloro.

Nulla…o  il peggio.

 

Allora, perché non provare a riscrivere il nostro futuro?

Perché non cominciare a elaborare, tutti insieme, una programma per la città?

Iniziando dalla domanda cruciale, che nessuno sembra porsi.

Cosa vogliamo che Taranto (intesa non solo come città ma anche come provincia) sia?

Vogliamo una città industriale? Vogliamo una città mercantile? Vogliamo una città militare? Vogliamo una città turistica?

Ovviamente questa domanda avrà una risposta, dopo aver completamente sviscerato a quali pro a e quali contro si possa andare incontro alla luce di una particolare scelta.

Dopo aver elaborato una scelta, occorrerà impostare una strategia a lungo termine, che dovrà necessariamente muoversi dalla ricognizione reale della condizione di partenza della città.

La classe politica dovrà dedicarsi nei prossimi decenni (occorre quindi un grande patto tra tutti i tarantini, che resista oltre le varie elezioni che si susseguiranno) a questo: compito delle varie giunte sarà quello di elaborare e perseguire la cosiddetta strategia a breve termine (la tattica..), quella necessaria a percorrere il segmento attribuitole dalla storia, senza manie di grandezze, con onestà (e qua potrebbe cascare l’asino..), umiltà e profondo senso di servizio verso la comunità rappresentata.

 

L’esperienza della nostra comunità ci ha permesso nel corso di questi anni di poter toccare con mano quanto talento possa esprimere la nostra città, e quanto grande sia il senso di appartenenza anche vivendo lontano da Taranto e magari da tanto tempo.

 

Occorre catturare e canalizzare le capacità propositive di tutti i tarantini, almeno quelli di buona volontà.

Potrebbe essere il ruolo che la storia ha ritagliato per Lei ed il Suo giornale.

Dott. Biella, lei se la sente?

 

Noi (e molti altri come noi) non aspettiamo che di emergere dall’ombra dove ci hanno collocato tutte quelle persone che temono (per sé o per i propri padroni) le voci libere e disinteressate, ancorché dotate di talento ed esperienza qualificata che si potrebbero mettere a disposizione di chiunque voglia davvero fare il bene di Tarde Nuestre.

 

Il momento è drammatico ma, al contempo, l’opportunità è storica.

Aiutiamoci tutti a non perderla: non ce ne sarà un’altra.

 

Forza Taranto!!!

 

Associazione Delfini Erranti

Associazione Taranto Nostra

Associazione NoMedia

Giuseppe Melucci

Associazione Taranto Tango

Francesco Alba

TarantoTurismo

 
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