Ha fenite ‘a scole! |
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L'ha scritt Peppe Nesta | |
martedì 01 luglio 2008 | |
Poi di corsa a casa, a riporre libri e quaderni sugli scaffali e finalmente la libertà totale … o quasi. Pranzo più fresco che mai con una buonissima insalatona di riso con olive tonno e patate lesse, e finalmente giù per strada con il pallone Supertele sotto i piedi ad organizzare la prima sfida estiva contro i ragazzini delle vie adiacenti a quella di casa. E così fino all’imbrunire, con quella palla a “cuculine” che sbandava al minimo soffio di vento a cercar di mantenere la conta dei goal fatti e subiti. I presunti capitani componevano le squadre, si faceva il tiro a sorte con le dita e si sceglievano i migliori, mentre quelli più scapocchioni solitamente erano gli ultimi ad esser scelti, poi il solito cicciobomba che veniva scelto come portiere completava le squadre, massimo cinque o sei giocatori per gruppo. Accadeva proprio così … i due capitani siglavano: "tirame ù tuecche, ‘a ci avene scacchie apprime. Tocca ‘a mè scacchià! Allore … Mimine, e tu? je Ruggere e tu? .. je Aldine, … e je Necole, … je Pepp’, Vicinze! Cicce … Mechele, … Tummase, Biaggine, … Franghe … Giuanne … " "Mena mè, palla a cendre e accumenzame, facime a dece goal … e po’ vedime! …" Si giocava a numero di goal, non a tempo, si poteva giocare a dieci o a venti goal a partita. E lì ore ed ore a giocare sfide dietro sfide … tornei da quattro o cinque squadre … una più forte, l’altra meno, tanti ragazzini fragorosi a tifare un po’ per una ed un po’ per l’altra. Ma quanti erano? … quanti … Sui marciapiedi adiacenti ai presunti campi di calcio, gruppi di ragazzine che organizzavano anche loro i propri giochi, la campana, la palla avvelenata, il tocco … che tempi, ci si divertiva davvero con pochissimo. Le mamme affannate dalle faccende domestiche, ogni tanto si affacciavano sui balconi a sedare gli animi dei più focosi attaccabrighe, … le sorelle più grandi in casa con le radio ad alto volume ad ascoltare l’ultima di Gianni Morandi o quella di Massimo Ranieri o dei Camaleonti … con i fidanzatini all’angolo che, facendo finta di guardare le partite di calcio dei mocciosi, aspettavano l’occasione di vedere la propria bella affacciarsi al balcone, o che con qualche scusa scendesse a comprare … il latte. Quando ormai il buio avvolgeva tutto era ormai ora di rientrare, le voci delle mamme che richiamavano i propri figli, … bastava un grido e tutti via, si finiva così nel nulla, rimandando tutto al giorno seguente … la prima voce era: "mena bbell’ mè … Caroselle stè accumenze … orariooo!" Il trucco delle mamme era quello di anticipare un po’ i tempi, cioè qualche minuto prima che cominciasse Carosello, poiché li aspettava una bella doccia fresca … fresca perché d’estate non si accendeva lo scaldabagni … s’aveva sparagnà! Poi dalle finestre spalancate si udiva solo qualche grido di bambino che esclamava alla sorella maggiore: "meeee stutele ‘a radie mò … ca stè accumenze Caroselle!" pepp’nest |
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