Al citofono: “Chi è?” ... “Buongiorno signora, sono Peppino, l’idraulico per la pompa!” “Nà, nà Rino, vide tù ci jete, ... Peppino ù traule p’à pompe! ... ma tu l’è chiamate?” “Peppino ù trauleche ... ‘gnoranda! ... sì sì, l’ho chiamato io a Peppino, che la pompa fa un rùscito strano! ... ‘nghiane ‘nghià Peppì, ti stò aspettando! ... ù traule ... ma accome te dice à cape ... ‘gnorande!” Tre piani a piedi con la borsa degli attrezzi a tracolla e Peppino arriva dietro la porta, una squillata di campanello ... e l’abbaiare del solito cagnetto volpino rompi... “Buongiorno signor Rino, come state?” “Ciao Peppino carissimo, trase trà, io stò bene ... mò jete à pompa cà s’ha uastate ... cèssacce face un rùscito strano, come se da un momento all’otre si deve ... spaccare in quattro!” “Eeeh ... addirittura spaccare in quattro, ... però signor Rì ... attaccate ù càne a quarche vanne, oppure chiudetelo in quarche camera.” “Stai tranquillo mest’ Peppì, lo sai che non fà niente, ... è di famiglia e vuole bene a tutti, ... abbaie solamende ma non si butta!” “E lo sò che non si butta ma si conserva, però ... “ “Com’è Peppì? ... nonge hagghije capite!” “Nijnde nì, ... comungue chiudetelo nella camera!”
Dopo tanto tempo ritornano con le novità fiscali e tributarie, le pernacchie e le malesànghe … .
“Chi sbaglia paga”dice un vecchio,detto che grazie al magico verbo “pagare”, tanto caro a tutti, è diventato norma,onerosa per chi paga e premiale per chi non lo fa – tesi avvalorata dai variCondoni contributivi, fiscali, edilizi…oblazioni anti abusivismo…Ecopass… e ora,sempre per la serie paga che ti passa, ecco a noi (ahi noi!)l’Imposta di bollo sugli assegni - una rivoluzione sul modo di trasferire il denaro.
L'altro giorno ero in banca e con una collega commentavamo i comunicati,in merito alla nuove disciplina, espostial pubblico, quando un "vicino di fila" interviene:
< Appropò, ma l'assegni nò pònn'esere 'chiù libbere ... onna essere peffòrze trasferibbele... ma c'è jiè stà nuvità, mò? Ma dich'jie, piccè s'anna trasferì st'assegni? No stonne 'buène in Itaglia? >
Quante volte abbiamo sentito questa frase! Quando da bambini volevamo giocare nel salotto, sul divano o in poltrona…”No! Ca ci vène quarchedune po’ stè ‘rrevutàte” …. E non potevamo neanche giocare sedendoci per terra…”No! Ca ci vène quarchedune, te vède tutte ‘muscitàte”… Quando da grandi, nei giorni di festa volevamo stare a letto un po’ di più……”No! Ca ci vène quarchedune, ve vède ancòra ‘durmesciute”… Quando, per caso o per curiosità, trovavamo una scatola di cioccolatini e chiedevamo “Ma’ me ne pòzze pigghià une?” … la risposta era sempre quella: “No! L’agghie accattàte ci vène quarchedune”…
Ancora un altra morte sul lavoro, ancora un tributo di sangue pagato dai più deboli, ancora un altro anello allunga una dolorosa catena di cui non si vede la fine, ancora un mattone si aggiunge al muro del pianto...
Cinque minuti di tempo, una goccia di vita
L'ha scritt Administrator
domenica 13 aprile 2008
Siamo sempre troppo impegnati dal tran tran della vita quotidiana per ricordarci che c'è sempre qualcuno che ha bisogno di una mano, di un aiuto, e magari 5 minuti donati potrebbero davvero aiutare una vita. E' nata da questa considerazione, forse banale, l'idea di una campagna di sensibilizzazione che vuole promuovere la donazione del sangue. Il mezzo sono due filmati realizzati da Angela "Persefone" e Massimo "massfisc" , che recitano una poesia scritta dal sig. Nicola Scarnera, presidente dellaAssociazione Jonica Donatori Sangue "Bambino Microcitemico" con sede a Taranto in via duca di Genova 63/a, tel. 099-4595752. Speriamo con questo piccolo gesto di poter riuscire a portare qualcuno a donare cinque minuti del suo tempo e una goccia della propria vita. Sarebbe una grande vittoria e uno stupendo regalo.
Ultimo aggiornamento ( martedì 15 aprile 2008 )
Elezioni, speranze e delusioni
L'ha scritt Massimo "Massfisc"
domenica 06 aprile 2008
Mancano pochi giorni alle elezioni politiche che si terranno il 13 e 14 aprile, con una discussa legge elettorale che non permette all'elettore di esprimere preferenze verso i candidati. Fino a qualche anno fa non era così, e i cittadini erano "assediati" da amici e conoscenti che chiedevano di votare per loro, con risultati non sempre all'altezza delle aspettative, come ci racconta in questa poesia Domenico Candelli, in arte Alèng Alòng...